martedì 11 agosto 2015


La Gamescom appena conclusa, al di là dello strepitoso successo in termini di presenze (ben 345.000 visitatori da 96 paesi), è balzata agli onori della cronaca per la decisione di Sony di non organizzare una sua press conference (che si terrà, invece, alla Paris Games Week del prossimo ottobre), lasciando, di fatto, campo mediatico libero a Microsoft. Il media briefing della casa di Redmond è stato privo di veri e propri "megaton" (tutto era pressoché già risaputo), ma è stato comunque piuttosto solido e convincente. Giochi molto importanti come Quantum Break, Crackdown 3 e Scalebound (che per motivi di tempo o scelte interne non erano stati mostrati allo scorso E3 di Los Angeles), hanno avuto ampio risalto, così come una nuova demo di Rise of the Tomb Raider e l’annuncio di Halo Wars 2. Insomma, chiunque avesse avuto dei dubbi sul fatto che Microsoft stesse facendo tutti gli sforzi per risollevare le sorti della propria console si è dovuto sicuramente ricredere, dato che tra fine 2015 e 2016 la line-up di Xbox One è sicuramente ricca di titoli esclusivi di elevata caratura. 

Tuttavia, per buona parte dell’utenza sembra non essere bastato. È stato infatti sufficiente leggere i commenti alle notizie ed ai resoconti pubblicati dai siti specializzati per rendersi conto di come per una larga quantità di persone Xbox One sia ormai marchiata a fuoco e PlayStation 4 sia sempre e comunque meglio, anche quando, come in questo caso, non è nemmeno scesa sul campo a competere. Si tratta di una situazione per certi versi paradossale, che costituisce ulteriore conferma di come al giorno d’oggi l’aspetto marketing e di posizionamento di un brand rivestano un ruolo di importanza fondamentale per il successo. Le ferite lasciate dalla sciagurata strategia commerciale imbastita dalla cricca di Don Mattrick nel 2013 sono ancora profonde e sanguinanti insomma, con un’utenza che pare sia molto meno propensa a ricordare quanto di buono fatto in passato che a perdonare gli errori fatti di recente (Nintendo docet). E se questi ultimi furono innegabili e pesanti (dall’always-on a Kinect, passando per uno street price troppo alto e per la sciagurata politica sui giochi usati), è altrettanto vero che sono stati quasi completamente sanati dalla dirigenza guidata dal buon Phil Spencer. Perché allora la gente sembra avere i paraocchi?
Basta pensare alle numerose polemiche sul fronte della risoluzione video. E’ vero, Xbox One dal punto di vista tecnico è un pelo sotto PlayStation 4, ma è altrettanto vero che spesso la differenza tra un 900p upscalato ed un 1080p nativo sono praticamente impercettibili, tanto che in alcuni casi è necessario l’intervento del Digital Foundry di turno per decretare qual è l’effettiva risoluzione di un titolo (se le differenze fossero così evidenti ad occhio nudo basterebbe mettere fianco a fianco le due versioni no?). Poco importa che in alcuni casi il frame rate (aspetto ben più importante) sia migliore su One (vedi The Witcher 3). Il messaggio che passa (o che vuol essere fatto passare) è che PlayStation 4 sia sempre e comunque una scelta preferibile. Curiosamente a fomentare questa sorta di tiro al piccione stanno contribuendo anche testate giornalistiche di fama mondiale come Edge, che ha incominciato il suo articolo di commento alle conferenze dello scorso E3 con le seguenti parole:

“Poor Microsoft. This was its best E3 […]. It had the games, the services and, at last, the message […], but in the end none of it mattered because within the space of a few minutes, Sony had resurrected The Last Guardian, announced a true Final Fantasy VII remake, and given the stage to You Suzuki’s Shenmue III. It was a triple punch unlike anything seen throughout E3’s long history. And it was game over”.

Cioè sei buono e ti tirano le pietre, sei cattivo e ti tirano le pietre…


Poco importa che a) The Last Guardian si sia visto per la prima volta all’E3 del 2009 e che sia ancora talmente indietro con lo sviluppo da far dubitare su una sua effettiva uscita nel 2016; b) del remake di Final Fantasy VII non si sia visto assolutamente nulla; c) l’annuncio del kickstarter (!) di Shenmue III si sia rivelato poi una presa in giro e rappresenti a mio avviso un pericoloso precedente per l’industria. Chi se ne frega! W Sony! Perché (e qui prendo scherzosamente spunto da alcuni commenti assurdi apparsi sul più importante sito videoludico italiano) “Microsoft è un’azienda che punta al profitto, mentre Sony al bene dei videogiocatori, e questi annunci lo dimostrano”.

Senza arrivare a questi paradossi (di idioti è pieno il mondo), pare che ormai trovare un po’ di obiettività sia diventato una chimera e che questa sorta di fanatismo e di tifo da stadio rendano pressoché impossibile affrontare con serenità qualsivoglia discussione in ambito videoludico. Sembra quasi che si viva di estremismi, che una cosa è bianca o è nera, è merda o è stupenda. O un gioco è da 4 o è da 9, senza messe misure (vedasi il recentissimo caso di Everybody’s Gone to the Rapture). È un modo di fare immaturo e stupido, che tuttavia sembra ormai avere attecchito parecchio e che valica i meri confini dell’industria videoludica, andando a contaminare l’intera industria dell’entertainment, dalla musica al cinema.

La verità, come sempre, sta nel mezzo e basterebbe essere un pelo più sereni e meno faziosi per rendersi conto di come tutto abbia dei pregi e dei difetti e che augurarsi il male dei competitor non è mai un bene per l'industria. Quando la gente lo capirà non sarà mai troppo tardi...
Unknown
Scritto da Unknown

This is the most recent post.
Post più vecchio

1 commento:

  1. Purtroppo hai ragione, il mercato videoludico certo non è meritocratico e manca di obiettività. La stampa deve vendere a sua volta, quindi finisce per cavalcare l'onda influenzandola a sua volta. L'onda dei consumatori, capitanati da quelli più attivi sui social, di cui una crescente porzione di fanboy intenti a difendere la propria scelta d'acquisto (normale sia così) e di tecno-fanatici alla ricerca del pixel in più. Chiaro che ognuno abbia diritto d'esprimere le proprie preferenze come meglio crede, ma sarebbe bello argomentare con fatti concreti, senza fare di promesse vittorie già certe. Io per ora mi godo il meglio di ogni piattaforma (mi ritengo fortunato a poterne fruire senza necessariamente scegliere): ogni console ha i propri punti di forza, e le proprie debolezze. E me ne fregherei altamente di tutte queste sterili discussioni se non minassero il futuro della concorrenza che, ricordiamolo, è solo un bene per noi consumatori.

    RispondiElimina

Powered by Blogger.