La Gamescom appena conclusa, al di là dello strepitoso successo in termini di presenze (ben 345.000 visitatori da 96 paesi), è balzata agli onori della cronaca per la decisione di Sony di non organizzare una sua press conference (che si terrà, invece, alla Paris Games Week del prossimo ottobre), lasciando, di fatto, campo mediatico libero a Microsoft. Il media briefing della casa di Redmond è stato privo di veri e propri "megaton" (tutto era pressoché già risaputo), ma è stato comunque piuttosto solido e convincente. Giochi molto importanti come Quantum Break, Crackdown 3 e Scalebound (che per motivi di tempo o scelte interne non erano stati mostrati allo scorso E3 di Los Angeles), hanno avuto ampio risalto, così come una nuova demo di Rise of the Tomb Raider e l’annuncio di Halo Wars 2. Insomma, chiunque avesse avuto dei dubbi sul fatto che Microsoft stesse facendo tutti gli sforzi per risollevare le sorti della propria console si è dovuto sicuramente ricredere, dato che tra fine 2015 e 2016 la line-up di Xbox One è sicuramente ricca di titoli esclusivi di elevata caratura.
Tuttavia, per buona parte dell’utenza
sembra non essere bastato. È stato infatti sufficiente leggere i commenti alle
notizie ed ai resoconti pubblicati dai siti specializzati per rendersi conto di
come per una larga quantità di persone Xbox One sia ormai marchiata a fuoco e
PlayStation 4 sia sempre e comunque meglio, anche quando, come in questo caso, non
è nemmeno scesa sul campo a competere. Si tratta di una situazione per certi
versi paradossale, che costituisce ulteriore conferma di come al giorno d’oggi
l’aspetto marketing e di posizionamento di un brand rivestano un ruolo di
importanza fondamentale per il successo. Le ferite lasciate dalla
sciagurata strategia commerciale imbastita dalla cricca di Don Mattrick nel
2013 sono ancora profonde e sanguinanti insomma, con un’utenza che pare sia
molto meno propensa a ricordare quanto di buono fatto in passato che a
perdonare gli errori fatti di recente (Nintendo docet). E se questi ultimi
furono innegabili e pesanti (dall’always-on a Kinect, passando per uno street
price troppo alto e per la sciagurata politica sui giochi usati), è altrettanto vero che sono
stati quasi completamente sanati dalla dirigenza guidata dal buon Phil Spencer.
Perché allora la gente sembra avere i paraocchi?
Basta pensare alle numerose
polemiche sul fronte della risoluzione video. E’ vero, Xbox One dal punto di
vista tecnico è un pelo sotto PlayStation 4, ma è altrettanto vero che spesso
la differenza tra un 900p upscalato ed un 1080p nativo sono praticamente impercettibili,
tanto che in alcuni casi è necessario l’intervento del Digital Foundry di turno
per decretare qual è l’effettiva risoluzione di un titolo (se le differenze
fossero così evidenti ad occhio nudo basterebbe mettere fianco a fianco le due
versioni no?). Poco importa che in alcuni casi il frame rate (aspetto ben più
importante) sia migliore su One (vedi The Witcher 3). Il messaggio che passa (o
che vuol essere fatto passare) è che PlayStation 4 sia sempre e comunque una
scelta preferibile. Curiosamente a fomentare questa
sorta di tiro al piccione stanno contribuendo anche testate giornalistiche di
fama mondiale come Edge, che ha incominciato il suo articolo di commento alle
conferenze dello scorso E3 con le seguenti parole:
“Poor Microsoft. This was its best E3 […]. It had the
games, the services and, at last, the message […], but in the end none of it
mattered because within the space of a few minutes, Sony had resurrected The Last
Guardian, announced a true Final Fantasy VII remake, and given the stage to You
Suzuki’s Shenmue III. It was a triple punch unlike anything seen throughout E3’s
long history. And it was game over”.
Cioè sei buono e ti tirano le
pietre, sei cattivo e ti tirano le pietre…
Poco importa che a) The Last
Guardian si sia visto per la prima volta all’E3 del 2009 e che sia ancora
talmente indietro con lo sviluppo da far dubitare su una sua effettiva uscita
nel 2016; b) del remake di Final Fantasy VII non si sia visto assolutamente
nulla; c) l’annuncio del kickstarter (!) di Shenmue III si sia rivelato poi una
presa in giro e rappresenti a mio avviso un pericoloso precedente per l’industria.
Chi se ne frega! W Sony! Perché (e qui prendo scherzosamente spunto da alcuni commenti
assurdi apparsi sul più importante sito videoludico italiano) “Microsoft è un’azienda
che punta al profitto, mentre Sony al bene dei videogiocatori, e questi annunci
lo dimostrano”.
Senza arrivare a questi paradossi
(di idioti è pieno il mondo), pare che ormai trovare un po’ di obiettività
sia diventato una chimera e che questa sorta di fanatismo e di tifo da stadio rendano
pressoché impossibile affrontare con serenità qualsivoglia discussione in
ambito videoludico. Sembra quasi che si viva di
estremismi, che una cosa è bianca o è nera, è merda o è stupenda. O un gioco è
da 4 o è da 9, senza messe misure (vedasi il recentissimo caso di Everybody’s
Gone to the Rapture). È un modo di fare immaturo e stupido, che tuttavia sembra
ormai avere attecchito parecchio e che valica i meri confini dell’industria
videoludica, andando a contaminare l’intera industria dell’entertainment, dalla
musica al cinema.
La verità, come sempre, sta nel mezzo e basterebbe
essere un pelo più sereni e meno faziosi per rendersi conto di come tutto abbia
dei pregi e dei difetti e che augurarsi il male dei competitor non è mai un bene per l'industria. Quando la gente lo capirà non sarà mai troppo tardi...
Purtroppo hai ragione, il mercato videoludico certo non è meritocratico e manca di obiettività. La stampa deve vendere a sua volta, quindi finisce per cavalcare l'onda influenzandola a sua volta. L'onda dei consumatori, capitanati da quelli più attivi sui social, di cui una crescente porzione di fanboy intenti a difendere la propria scelta d'acquisto (normale sia così) e di tecno-fanatici alla ricerca del pixel in più. Chiaro che ognuno abbia diritto d'esprimere le proprie preferenze come meglio crede, ma sarebbe bello argomentare con fatti concreti, senza fare di promesse vittorie già certe. Io per ora mi godo il meglio di ogni piattaforma (mi ritengo fortunato a poterne fruire senza necessariamente scegliere): ogni console ha i propri punti di forza, e le proprie debolezze. E me ne fregherei altamente di tutte queste sterili discussioni se non minassero il futuro della concorrenza che, ricordiamolo, è solo un bene per noi consumatori.
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